Giurba, Mario D./ MARIJ GIURBA/ Icet Prioris Collegiii/ Messanensis/ in Patrio Gymnasio Feudorum Interpretis Primarij,/ Regiique Consiliarij,/ CONSILIA,/ SEU/ DECISIONES CRIMINALES/ Opus quod Ecclesiae Immunitatis, Patria Privilegiorum, Ac totius rei/ Criminalis tractationem, Nunc primum clare,/ pleneque Complectitur./, Typis Philippi Gamonet, Coloniae Allobrogum, M.DCXLV [1645].


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  • Refª.: l-550039

Saiba Mais


Giurba, Mario

D./ MARIJ GIURBA/ Icet Prioris Collegiii/ Messanensis/ in Patrio Gymnasio Feudorum Interpretis Primarij,/ Regiique Consiliarij,/ CONSILIA,/ SEU/ DECISIONES CRIMINALES/ Opus quod Ecclesiae Immunitatis, Patria Privilegiorum, Ac totius rei/ Criminalis tractationem, Nunc primum clare,/ pleneque Complectitur./, Typis Philippi Gamonet, Coloniae Allobrogum, M.DCXLV [1645].

In-4º gr., de (16)+630+(39) pp., inteiramente encadernado em pele castanha, c/ nervos, dourados e rótulo em pele vermelha na lombada, possivelmente do século seguinte.  Frontispício a 2 cores (negro e vermelho), decorado c/ calcografia contendo um medalhão, dentro do qual está uma salamandra coroada num campo em chamas (símbolo do fogo, a salamandra coroada era também o símbolo de Francisco I de França, 1515-1547), ladeado por 2 figuras masculinas segurando vasos que vertem líquido na direcção das chamas que emanam de cornucópias. Texto em Latim, a 2 colunas, decorado c/ frisos e frontões de remate, as capitulares também decoradas.


GIURBA, Mario. - Nacque a Messina nel 1565 da Onofrio, ricco mercante originario di Rometta, nei ranghi della giurazia tra il 1561 e il 1594, e da Silvia Campolo, di potente famiglia feudale attiva nel ceto dirigente cittadino dagli inizi del Quattrocento.

Avviato agli studi giuridici probabilmente dallo zio materno Tommaso, docente di diritto civile e giudice nel tribunale cittadino, conseguì il dottorato inutroque a Pisa il 19 sett. 1587. Tornato a Messina nell'estate del 1588, fu ascritto alla "mastra de' nobili" (la lista degli eleggibili) di quell'anno con il titolo di messere, in quanto nobile laureato. L'anno successivo intraprese la professione forense e nel 1590 patrocinò nel tribunale del Concistoro la sua prima causa di rilievo tra due membri della potente famiglia Spatafora, a lui legata da vincoli di affinità da parte materna. Nello stesso periodo gli fu conferito l'incarico - mantenuto per tutta la vita - di avvocato dei rei nel tribunale del S. Officio, e per alcuni anni si dedicò alla pratica del foro nei tribunali civili ed ecclesiastici del Regno, divenendo uno dei più celebri e facoltosi avvocati del tempo.

Il G. aderì con convinzione ai progetti politici del gruppo dirigente messinese, ponendo la sua esperienza di giurista al servizio della giurazia, che nel frattempo si era attribuita il nome di Senato: nel 1596 sottoscrisse due allegationes - una con G.B. de Blaschis - per sollecitare l'esecutoria viceregia della sentenza rotale che aveva accolto le istanze messinesi per l'apertura dello Studio; nel 1597 si recò a Palermo, quale agente del Senato, per indurre il riluttante viceré a trasferire la corte con i tribunali a Messina come prescritto dal privilegio del 1591; l'anno successivo fu giudice stratigoziale con il sostegno di A. Quintana Dueña, consultore vicereale. Fu giudice dell'Appellazione nel 1600 e nel 1603, e ancora giudice stratigoziale nel 1605; ricoprì quindi la carica di sindicatore e capitano d'armi a Mistretta e Polizzi e nel 1610 fu eletto giudice nel tribunale del Concistoro con il viatico del Quintana, divenuto frattanto reggente nel Supremo Consiglio d'Italia per gli affari di Sicilia. Nel 1612, al termine del mandato, decise di concludere l'esperienza in magistratura e di dedicarsi esclusivamente all'attività forense. La sua fama in quel periodo si diffuse nel Regno: ricorsero al suo patrocinio anche il viceré P. Téllez Girón duca d'Osuna e lo strategoto A. Manriquez.

Nel 1616 il G. pubblicò una selezione delle decisiones emanate dal tribunale del Concistoro nel periodo in cui ne aveva fatto parte. L'opera, pur destinata alla prassi forense, si valse di una profonda conoscenza del pensiero giuridico europeo anche recente, e attesta la centralità nel G. del diritto consuetudinario, posto costantemente in relazione alle sentenze dei grandi tribunali e alla dottrina.

Nel 1624 il G. ottenne la condotta - mantenuta per il resto della vita - per la cattedra di diritto feudale nell'ateneo cittadino, in sostituzione dell'amico O. Glorizio, morto nel dicembre 1623. Iniziò i corsi nell'anno accademico 1625-26, essendo prima stato inviato a Catania come capitano d'armi ad rixas, e nella contea di Modica come visitatore. Nel 1626, nei Consilia criminalia, espose gli esiti più significativi di un trentennio di attività forense, includendo quelli composti in qualità di avvocato del Senato. Vi si rivelò l'interprete più maturo della dottrina sulla tutela dei privilegi di Messina, elaborata da G. Bolognetti e O. Glorizio e ormai dominante tra i giuristi messinesi. Tale dottrina lo riconduceva al tema da sempre al centro della sua riflessione: l'essenza e i limiti del potere sovrano.

Nello stesso 1646 il G. fu eletto giudice dell'Appellazione e nel 1647, al termine del mandato, riprese l'insegnamento del diritto feudale, che continuò fino al 9 febbr. 1649.

Morì a Messina il 10 marzo 1649. Fu sepolto, per sua volontà, nella chiesa del convento dei cappuccini, cui aveva legato parte della propria biblioteca.

In http://www.treccani.it/enciclopedia/mario-giurba_(Dizionario-Biografico)/ (excertos)

 

Estado de conservação:  pele das pastas c/ esfoladelas e faltas mínimas; aparado; ligeira mancha de humidade no pé das folhas iniciais, acidez do papel de algumas folhas e manchas de uso; vestígios de xilófagos na lombada e miolo, quase sempre nas margens.

Dim.:  32,5 x 22 cm